Equiseto

Nome scientifico

Equisetum arvense L.

Famiglia

Equisetaceae

Parte usata

Si utilizzano le fronde sterili che compaiono in tarda primavera e che richiamano la forma di una coda di cavallo, da cui il nome popolare “coda cavallina” e quello scientifico Equisetum, “crine di cavallo”.
Vengono raccolte tra maggio e luglio ed essiccate all’ombra in luoghi arieggiati.

Habitat e caratteristiche botaniche

Imbattersi in questa felce, è come fare un salto nella Preistoria, perché si ammira, praticamente invariata, una delle prime specie vegetali che hanno popolato il Pianeta, circa 350 milioni di anni fa.
Oggi cresce spontanea ai margini di fiumi e ruscelli, oppure nei terreni argillosi umidi e ombrosi, dove raggiunge al massimo i 60 cm di altezza, ma all’epoca della sua comparsa formava foreste che si elevavano oltre i 30 m. Proprio per la sua immutabilità è stata definita dall’antroposofo Pelikan un “monumento vivente”.
I fusti presentano solchi verticali, mentre guaine orizzontali disegnano il passaggio da un nodo al successivo. Si distinguono fronde fertili e sterili: le prime compaiono a inizio primavera, sono giallastre, prive di ramificazioni e terminano con una struttura a cono che contiene le spore. Successivamente spuntano le seconde, con sottili rametti rigidi che si dipartono a raggiera da ogni nodo del fusto.


Curiosità e usi tradizionali

Secondo l’antica dottrina delle segnature, per cui la forma di una pianta ne suggerirebbe la funzione salutistica, la struttura di Equiseto evoca quella dello scheletro umano: infatti, i fusti formati da nodi sovrapposti richiamano le vertebre, mentre i rami, radiali rispetto al fusto, hanno un orientamento analogo a quello assunto da bacino, cassa toracica e cranio in relazione alla spina dorsale.
Insieme alle ossa, che nel corpo umano sono il tessuto più concentrato, denso e simile al minerale, la pianta era posta sotto il dominio di Saturno: questa divinità presiede alle forze cosmiche condensatrici, che conferiscono rigidità e compattezza alla materia.
Nella pianta, questo principio formatore è evidente nella rigidità e consistenza delle fronde, estremamente ruvide al tatto, tanto che erano usate come abrasive nella lucidatura dei metalli.
Inoltre, l’affinità per i terreni prossimi a fiumi e ruscelli forse suggerì che Equiseto potesse giovare anche alle corrette dinamiche dei fluidi corporei, per favorire l’attività diuretica e la conseguente eliminazione di sostanze il cui accumulo può indurre calcoli e gotta.


Proprietà e indicazioni evidenziate dalla ricerca moderna

Il fusto dell’Equiseto è una ricca fonte di sali minerali, in particolare di silicio. Questo elemento è fondamentale per garantire buone condizioni ai tessuti del corpo umano, ai quali conferisce resistenza e plasticità: attività comprovata, ad esempio, per i reni, i polmoni, le arterie, ma soprattutto per le ossa. Per esse infatti Equiseto è un ottimo remineralizzante: facilita la fissazione di calcio, rendendole più forti e resistenti, proteggendole dalla perdita di minerali in vecchiaia e, in caso di fratture, favorendone la riparazione.
Agendo sempre sulla funzionalità delle strutture osteoarticolari, Equiseto garantisce anche flessibilità ed elasticità ai tendini e alle articolazioni.
Diversi studi moderni comprovano queste proprietà e attestano l’efficacia della pianta in caso di problematiche, spesso accompagnate da dolore, che compromettono la stabilità dello scheletro e la plasticità delle sue giunture, come artriti, artrosi e osteoporosi.
La ricerca conferma inoltre le proprietà diuretiche di Equiseto, che lo rendono utile per sostenere il drenaggio, prevenire i calcoli, alleviare le cistiti.


Uso e controindicazioni

Fitomedical utilizza Equiseto di provenienza italiana e lo propone in diversi estratti:

È sconsigliato precauzionalmente in presenza di edemi di origine cardio-renale.


Questo materiale è fornito esclusivamente a scopo informativo e non è assolutamente inteso come sostitutivo dell’atto medico. Pertanto, le informazioni ricevute non presentano in alcun caso natura prescrittiva o terapeutica e non devono essere utilizzate per diagnosticare o curare un disturbo o una malattia. Chiunque lo consulti è invitato ad interpellare il medico curante per domande relative al proprio stato di salute e in caso di malessere o malattia. Le notizie sulle piante qui riportate sono messe a disposizione a solo titolo informativo. Rappresentano una sintesi di informazioni desunte da diverse fonti concernenti l’uso delle piante officinali.


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